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Lorenzo Costa Ferrara 1460-1535 Mantova
Description
- Lorenzo Costa
- Maddalena
- recante antica ceralacca sul retro
- olio su tavola
Provenance
Literature
Catalogue Note
La tavola è pubblicata nella monografia dedicata a Lorenzo Costa a cura di Emilio Negro e Nicosetta Roio (Lorenzo Costa. 1460-1535, Modena 2002), che ringraziamo per la conferma che ci hanno recentemente fornito dell’autografia del dipinto.
L’opera è databile al 1520 circa, al periodo mantovano avanzato di Costa, quando l’artista mostra la maggiore adesione ai modi leonardeschi.
È possibile interpretare il dipinto come un ritratto di una dama non identificabile raffigurata nei panni di Maria Maddalena, della cui iconografia tradizionale il vaso di unguenti è un attributo caratterizzante. L’eventuale riconoscimento dei ritratti di Costa, molto apprezzati dai committenti, tanto da avere pienamente soddisfatto anche l’esigente Isabella Gonzaga, che ormai più che trentenne accettò di posare per l’artista nonostante avesse già rifiutato un ritratto eseguito da Andrea Mantenga perché poco somigliante, è reso difficile dalla tendenza del pittore a interpretare in modo idealizzante i tratti del volto. Aspetto questo accentuato dal carattere metaforico della serie di mezze figure femminili, di cui fa parte anche questa Maddalena, eseguite dall’artista nel periodo mantovano e da leggere come ritratti simbolici nati all’interno della raffinata cultura di corte, volutamente ermetici e lontani dall’interesse per la resa puntuale degli elementi fisionomici.
L’attività artistica di Lorenzo Costa vede i suoi esordi a Ferrara sotto l’influenza degli insegnamenti del padre Giovanni Battista Costa, membro di una numerosa famiglia di pittori attivi nel Quattro e Cinquecento. La sua personalità si definisce negli anni come quella di un pittore profondamente affascinato anche dalla letteratura e dalla filosofia e che trova alimento per le sue passioni soggiornando nei più vivaci centri umanistici dell’epoca. Certamente già dal 1485 Costa ha un proprio studio a Bologna, dove entra in contatto con la corte di Giovanni II Bentivoglio, signore illuminato e promotore di importanti commissioni artistiche. A Bologna il pittore attua un allontanamento progressivo dai modelli “astrusi” dei maestri ferraresi aderendo al precoce classicismo di Francesco Francia, che lo porterà negli anni Novanta alla realizzazione di opere di estrema purezza formale. All’inizio del Cinquecento Costa si reca a Roma con gli ambasciatori d🌠el senato bolognese in occasione dell’ascesa al soglio pontificio di Giulio II (1503), dove le testimonianze dell’antico e le pitture della Cappella Sistina gli suggeriscono nuove soluzioni figurative. La caduta della signoria dei Bentivoglio nel 1506 lo spinge infine a partire per Mantova. Il momento è il più favorevole essendo appena rimasta vacante, per la recente scomparsa di Andrea Mantenga, la carica di pittore di corte, ruolo che Costa assume subito, nuovamente “honorato cortigiano” dei signori del luogo.