- 165
Giovan Battista della Cerva Novara c. 1515-1580 Milano
Description
- Giovan Battista della Cerva
- Madonna col Bambino e San Giovannino
- olio su tavola
Catalogue Note
Mauro Natale, che ha cortesemente espresso un autorevole parere su questo quadro e al quale va la nostra gratitudine, ritiene che l'opera spetti a Giovanni Battista Della Cerva, interessante e poco noto pittore la cui riscoperta da parte della critica è attualmente in corso. Inoltre, lo studioso ha suggerito una datazione tra il 1550 e il 1560.
L'invenzione della composizione va imputata a Gaudenzio Ferrari: la sua Madonna col Bambino e San Giovannino ebbe notevole fortuna e fu più volte replicata da suoi imitatori e collaboratori, tra i quali sicuramente si annovera anche Bernardino Lanino. Un'altra replica con paesaggio lacustre era presso la Leger Galleries di Londra ("The Connoisseur", gennaio 1952, p. 148). Giovanni Romano nel 1986 pubblicava l'originale gaudenziano (G. Romano, "Gerolamo Giovenone, Gaudenzio Ferrari e gli inizi di Bernardino Lanino […]", in Bernardino Lanino e il Cinquecento a Vercelli, a cura di G. Romano, Torino 1986, pp. 44-45), già conservato in collezione Vittadini ad Arcore, fornendo una serie di notizie e di analisi critiche interessanti per comprendere meglio anche l'interpretazione dell'opera offerta dal Della Cerva.
Romano ipotizzava che il Ferrari, in quell'occasione, si fosse avvalso proprio della collaborazione del Della Cerva: pertanto non stupisce affatto che il nostro pittore abbia successivamente elaborato questa sua versione, che presenta significative varianti nella parte in secondo piano, nel paesaggio e nella postura del San Giovannino, mentre ripropone fedelmente le figure di Gesù e della Madonna. Lo studioso torinese suggeriva l'eventualità che Gaudenzio, a sua volta, per la creazione di questa tipologia iconografica si fosse rifatto a un archetipo di Cesare da Sesto. Anche se si deve sottolineare come la monumentalità del Bambino, enfatizzata dalla fanciullesca leggerezza della Vergine, sia tipica del Ferrari.
Giovanni Battista Della Cerva nacque probabilmente a Novara, verso la metà del secondo decennio del Cinquecento, e in città ebbe la sua formazione artistica. Verosimilmente nel corso del quarto decennio del secolo lavorò a Vercelli ed entrò in contatto con la bottega di Gaudenzio. Di certo i due artisti nel 1537 erano entrambi a Milano e nel 1543 affittarono insieme un'abitazione. L'anno seguente vennero incaricati di eseguire l'Ultima Cena in Santa Maria della Passione e, da questo momento, collaborarono assiduamente fino alla morte del Ferrari, sopraggiunta nel 1546.
Il Della Cerva risente in maniera sensibile dell'influenza del grande maestro vercellese, ma rispetto ad altri suoi seguaci quali, ad esempio, il già citato Lanino, evidenzia una cultura figurativa maggiormente attratta dal polo milanese. Il pitꦿtore, come si può chiaramente vedere nella fattura del dipinto che si sta prendendo in esame, osserva con attenzione l'opera di Leonardo e sembra avere interagito con i suoi allievi. In particolare si osservi il valore quasi tattile del paesaggio sul༒lo sfondo e la materia preziosa con cui viene reso l'incarnato dei personaggi.