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Lot 166
  • 166

Antonio Solario, detto Zingaro Nato a Venezia, attivo a Napoli, Milano e nelle Marche circa 1495-1520

Estimate
50,000 - 70,000 EUR
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Description

  • Antonio Solario, detto Zingaro
  • Madonna col Bambino tra Santa Caterina d'Alessandria e Santa Lucia
  • olio su tavola

Catalogue Note

Il dipinto è stato ricondotto ai modi dello Zingaro da Emilio Negro, autore di fondamentali monografie dedicate a Francesco Francia e Lorenzo Costa, al quale vanno i nostri più sentiti ringraziamenti. L’opera, di qualità molto interessante, diventa così una nuova importante tappa nella ricostruzione del catalogo di un artista tanto intrigante quanto ancora misterioso. Si attende che le ricerche in corso contribuiscano a fare piena luce sulla personalità del pittore, che solo in tempi relativamente recenti è stato riscoperto dalla critica e ha avuto le dovute attenzioni.
Artista sfuggente e complesso, Antonio Solario fu attivo in centro Italia e a Napoli nel primo quarto del Cinquecento. Forse di origine veneta, in un documento ritrovato a Fermo, nelle Marche, viene definito “magister Antonius Joanis Pieri de Soleriis de Venetiis habitator Firmi”. Tra le più belle opere note dello Zingaro meritano di essere ricordate la pala di San Giuseppe a Osimo, databile tra il 1503 e il 1506, quella della chiesa del Carmine a Fermo, presumibilmente di questi stessi anni, la Testa del Battista del 1508, conservata la Pinacoteca Ambrosiana, la Salomè della Galleria Doria Pamphilj, risalente al 1511, e la Madonna col Bambino e il donatore, 1514, del Museo di Bristol. Inoltre si devono citare gli affreschi del chiostro di San Severino a Napoli, collocabili dopo l’esperienza marchigiana. Le opere menzionate sono i principali punti di riferimento per definire la vicenda artistica del Solario e per tentare nuove attribuzioni.
La tavola raffigurante la Madonna col Bambino tra Santa Caterina d'Alessandria e Santa Lucia contiene molteplici riferimenti a Bernardo Zenale e alle opere mature di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone. L’autore, però, si dimostra aggiornato anche sulle novità proposte da Leonardo, da Francesco Francia e dal Perugino, sintetizzando uno stile al contempo eclettico e personale.
L’impianto compositivo segue un compassato classicismo e raggiunge un perfetto equilibrio formale. Il dolce patetismo dei volti delle sante conferisce alla scena un sentimentalismo accostante. Il paesaggio, però, contiene già un’indagine di carattere atmosferico che evidenzia come lo Zingaro fosse attento a quanto avveniva all’inizio del Cinquecento in Lombardia e in Veneto.
Si noti il fresco e vivace particolare delle due ciliege dipinte in primo piano: il piccolo brano di natura morta, per quanto marginale rispetto all’insieme, è di grande verità e cattura imm♐ediatamente lo sguardo dello spettatore.