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Lot 36
  • 36

Giorgio Morandi

Estimate
90,000 - 120,000 EUR
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Description

  • Paesaggio (Marina all'Ardenza)
  • firmato e iscritto sul retro
  • olio su tavola
  • cm 27x33
  • Eseguito nel 1924

Provenance

Collezione F. Pasi, Torino
Collezione Bartolomeo Gallo, Torino
Ivi acquistato dall'attuale proprietario

Exhibited

Firenze, Palazzo Strozzi, Arte Moderna in Italia 1915-1935, 1967, n. 850, illustrato (intitolato 'Marina all'Ardenza')

Literature

F. Arcangeli, Giorgio Morandi pittore, Milano 1964, fig. 25
L. Vitali, Morandi. Catalogo Generale. Volume primo 1913/1947, Milano 1983, n. 103, illustrato

Condition

This work is in very good overall condition. No traces of retouching appear to be visible under UV light.
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Catalogue Note

"Nel paesaggio Morandi sembra ritrovare un più fidente rapporto con la natura, accettata nelle sue fisicità, colori profumi e suoni che riportano l'artista a una dimensione di piena umanità. L'occhio del pittore è sempre vigile e indaga la realtà, scegliendo le porzioni di spazio e gli angoli di visuale che meglio si attagliano alla sua costante ricerca della natura profonda del visibile."
(Marilena Pasquali, Morandi. Riflessioni sull'opera, Piacenza 1991, pag. 24)
Come iscritto sul retro dell'opera, di pugno del collezionista, il dipinto "è stato eseguito dal Morandi durante il periodo che era mio ospite nella mia villa "La Morazzana" in Ardenza di Livorno. In fede F. Pasi". Qui il pittore raccoglie la sua visione in una piccola e raffinata composizione dove la veduta stessa sfuma nell'impasto dei colori per lasciare spazio alla luce che ne diventa il principale soggetto. "Con un Morandi, nei musei, succede un pò quello che succede con un Vermeer. Vediamo, da lontano, una certa luce, una luce del tutto particolare, una specie di luce cauta, fervorosa, e siamo sicuri di averlo riconosciuto ancora prima di esserci avvicinati e di aver potuto distinguerne il disegno e i colori. Perchè è proprio la luce che sostiene ogni cosa, nei quadri di Morandi. E' la luce che tiene insieme gli oggetti di una natura morta, e gli alberi e le case di un paesaggio, e addirittura lo spazio entro il quale gli uni e gli altri prendono posto - anzi, sostanza."
(Emilio Tadini, Ascoltare la luce, in 'La Repubblica', Roma, 16 maggio 1990)