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Lot 7
  • 7

Fausto Melotti

Estimate
120,000 - 180,000 EUR
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bidding is closed

Description

  • Fausto Melotti
  • Solo coi cerchi
  • firmato sul retro
  • terracotta
  • cm 43x28x24
  • Eseguito nel 1944

Provenance

Acquistato direttamente dall'artista il 29 novembre 1975

Exhibited

Dortmund, Museum am Ostwall, Fausto Melotti, 1971, n. 12
Torino, Civica Galleria d'Arte Moderna, Melotti, 1972, n. 15, tav. 15
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Melotti, 1983, pag. 28, fig. 8
New York, Guggenheim Museum; Wolfsburg, Kunstmuseum, The Italian Metamorphosis, 1943-1968, 1995, n. 21, illustrato a colori
Verona, Galleria dello Scudo, Fausto Melotti. Teatrini 1931-1985, 1996-1997, n.6, pag. 60, illustrato a colori a piena pagina
Antibes, Musée Picasso, Fausto Melotti. L'art du contrepoint, 2002-2003, pag. 59, illustrato
New York, Acquavella Galleries, Fausto Melotti, 2008, illustrato

Literature

B. M. Zetti Ugolotti, Che fanno: Fausto Melotti, in "La Ceramica", anno XIX, n.3, marzo 1964, pag. 43, illustrato
F. Melotti, Lo spazio inquieto, Torino 1971, tav. 15, illustrato
A. M. Hammacher, Melotti, Milano 1975, tav.16, illustrato
D. Bacile, Musica visiva di Fausto Melotti, Milano 1975, tav. 3, illustrato
G. Drudi, Fausto Melotti, in "Data", n.15, Milano 1975, pag. 17, illustrato
M. Valsecchi, G. Mascherpa, Arte Moderna a Milano, Milano 1976, pag. 233, illustrato
G. Anzani, L. Caramel, Scultura moderna in Lombardia 1900-1950, Milano 1981, pag. 272, tav. 312, illustrato
in "Panorama", 13 giugno 1983, pag. 20, illustrato
Bolaffi. Catalogo della scultura italiana, n. 8, Milano 1984, pag. 147, illustrato
G. Celant (a cura di), Fausto Melotti, Venezia, Palazzo Fortuny, catalogo della mostra, 1990, tav.10, illustrato
R. Bossaglia, C. Gian Ferrari, E. Pontiggia, Novecento. Catalogo dell'Arte Italiana dal Futurismo a Corrente, Milano 1996, pag. 143, illustrato
G. Celant, Melotti. Catalogo generale. Sculture 1929-1972, Milano 1♋996, Tomo I, pag. 57, n🌸. 1944 4, illustrato

Condition

This work is in generally good overall condition. There is a loss by the lower left corner visible in the catalogue illustration. There are few light traces of scattered soiling.
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Catalogue Note

Dopo una pausa di sei anni, dal 1937 al 1942 durante i quali Melotti disegna, scrive poesie e si occupa di ceramica e creta dipinta, l'artista lentamente riprende da una parte l'attività come pittore, di matrice informale astratta, dall'altra come autore di bassorilievi in terracotta, i Teatrini: "...rimasti a lungo a sonnecchiare nella sua mente, ora gli davano il modo di superare il suo lungo silenzio".
In queste composizioni, di cui quella qui presentata rappresenta il primo esempio di una serie che lo accompagnerà poi per tutti gli anni a venire, Melotti, a dispetto degli artisti che credono in un'arte astratta ortodossa, cerca una forma di transizione capace di attuare una vera e propria metamorfosi del rilievo conferendo una dimensione poetica altrimenti difficilmente esprimibile attraverso le forme più astratte.
Melotti esegue i teatrini in terracotta, perlopiù colorata ma anche monocroma come in questo caso ("Il colore non è colore oggettivo, ma un'indicazione di atmosfera"), insieme a materiali poveri ma evocativi quali stoffe, fil di ferro, spechietti, quegli stessi materiali che gli serviranno anche per le figure in metallo. 
Queste preziose nicchie racchiudono una dimensione narrativa fissata nel perimetro della composizione, volutamente primitiva e semplice. Sono "case aperte, armadi, piccole stanze che appaiono come scene sul palcoscenico".  In questi piccoli spazi raccolti, scatole della memoria, palcoscenici psichici, la sintesi del racconto appena accennato viene modulata come Lieder musicali.  Anche i titoli, come sempre in Melotti, contribuiscono ad evocare liricamente una storia.
"Se c'è in Melotti un dato surrealista, come pensano alcuni critici, che ha trovato la sua espressione nei Teatrini, si tratta di una forma di surrealismo alquanto dubbia... (...) Nella sua opera e nel suo pensiero si tratta piuttosto di un pre-surrealismo, in quanto l'estraneità, l'enigmaticità conturbante è nello spazio in cui egli ci presenta cose sottratte all'apparenza e alla regola quotidiana. L'anonimità di queste presenze; la tensione che nasce tra cose e figure; la possibilità di un evento fatale che forse non avrà mai luogo, sono invenzioni sensibili e piene di spirito, trasformate in silenziosi drammi tridimensionali. Stati dell'essere, stupore di fronte alla vita, interpretazioni, commenti alla vita: problemi che per Melotti diventano spettacolo". (A.M. Hammacher, Melotti, 1975, pagg.18-19)